Alessandro Piperno è tornato: la furia iconoclasta di un prof qualunque

"Aria di famiglia" è il nuovo romanzo edito da Mondadori dell'autore premio Strega

Alessandro Piperno è tornato: la furia iconoclasta di un prof qualunque
di Marina Valensise
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Domenica 5 Maggio 2024, 07:00

Per essere un esperto di letteratura, Alessandro Piperno come romanziere ha qualcosa di miracoloso. Mai pedante, mai prevedibile, ha esordito in un romanzo epico-famigliare, Con le peggiori intenzioni, e da allora, tenacemente, contro le prefiche della critica e i colpi gobbi del destino (dagli osanna iniziali alle riserve sul secondo libro, fino al Premio Strega e a un’elegante uscita dal radar), ha tenuto fede alla promessa di riscrivere la Comédie humaine dei giorni nostri. E bisogna leggere il suo nuovo romanzo (Aria di famiglia, Mondadori), per ritrovare la potenza sorgiva di un narratore dall’immaginazione straripante e però attento come nessun altro a rappresentare la realtà.



Piperno rifugge dalla letteratura terapeutica. Diversamente da tanti altri, non scrive di sé per compensare i propri lutti. Ma se ne serve per innescare un congegno narrativo avvincente. Qui usa addirittura la prima persona per mettere in scena un Alessandro Sacerdoti, cinquantenne romanziere di successo, professore universitario di Letteratura francese, perseguitato da una Teresa Ghinassi, l’ex allieva che ha fatto carriera come una piccola Michela Murgia ossessiva, e in nome della parità di genere lo denuncia per aver citato, senza la debita distanza, i giudizi misogini di Flaubert. La foga è tale che il poveretto, parlando con un amico al bar, minaccia di strangolare la collega. Captato da un adepto della rivale, l’audio diventa virale e costa al prof. la degradazione accademica, con perdita di ruolo e di stipendio. La caduta coincide con l’abbandono della letteratura. Sulla via del declino, perso l’empito sessuale, il prof. smette di scrivere e si rifugia in una casa di campagna, assediato da una muta di fotografi in cerca di scoop. Finisce persino in un’imboscata, una conferenza su Stendhal che si risolve a spernacchiate. A quel punto cambia vita. Quantunque benestante grazie al ricco zio suo tutore, dopo che la madre è morta e il padre, che forse l’ha accoppata, è finito in galera (prequel in Di chi è la colpa), il prof. si lascia arruolare da un produttore semianalfabeta, Fefé Carraro, che coltiva in cantina aragoste provenienti dalla secca di Amedolara (non Amendola), per scrivere una serie tv intitolata Fanculo i Maschi, fatta da sole donne, prodotta dalla figlia dello stesso che naturalmente lo odia, e severamente vietata a chiunque sia dotato di pene.

Anche qui, dopo l’exploit sulla Commissione paritetica dell’ateneo, Piperno scatena con brio la sua furia iconoclasta contro il femminismo radicale che oggi imperversa. Ma non scivola mai verso la tesi a tema o la dimostrazione volitiva. Si limita a rappresentare il reale, a mettere in scena il mondo d’oggi con le sue mode, le sue pazzie, il suo ridicolo oltranzismo. Ed è questo a renderlo uno scrittore necessario rispetto a tanti autori da intrattenimento. Tant’è che il suo eroe, anche a costo di smentirsi e confutarsi, a un certo punto, dà una sterzata alla sua vita e il romanzo prende un’altra rotta: lascia l’epica edonista molto romana, abitata da ex compagni di liceo che si ritrovano cinquantenni al funerale di una di loro, ribelle figlia di un ultrabigotto, per avviarsi verso la redenzione. Per uno strano gioco del destino, il prof. Sacerdoti, che proprio come Piperno, al massimo della gloria aveva confessato in tv «trovo i bambini tremendamente imbarazzanti», si ritrova ad accudire un orfanello come lui, figlio di una lontana cugina, morta in montagna col marito inglese. 

Scopre così il mondo incantato dell’amore paterno, amore vero, tragico, incondizionato, e assapora le gioie inutili di una famiglia fatta di due solitudini, quella sua di cinquantenne incartapecorito e quella del bambino di otto anni impenetrabile, cresciuto in una famiglia di ebrei ortodossi inglesi e catapultato in casa sua.

Insieme i due si troveranno ad assistere alla faida innescata dalla risposta israeliana ai tagliagole di Hamas, e dopo un sensazionale giro di boa dickensiano che non vi posso dire, finiranno per perdersi e ritrovarsi anni dopo a una festa di nozze in Costiera amalfitana.

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