Maxi-alveare nella canna fumaria di una casa fuori Roma. «Erano 150mila api»: paura per l’amministratore e i residenti

Momenti di panico ieri pomeriggio a Passo Corese, frazione di Fara in Sabina

Maxi-alveare nella canna fumaria di una casa fuori Roma. «Erano 150mila api»: paura per l’amministratore e i residenti punti dagli insetti
di Alessia Perreca
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Martedì 7 Maggio 2024, 06:42 - Ultimo aggiornamento: 08:24

Ci sono volute diverse ore per rimuovere quel maxi alveare rinvenuto in un edificio fuori Roma. Gli insetti - secondo le testimonianze di diversi residenti - erano presenti da moltissimo tempo: quattro, cinque, addirittura dieci anni nascosti nel rivestimento della canna fumaria. «Uno dei più grandi nidi degli ultimi tre anni», lo ha definito Andrea Lunerti intervenuto immediatamente per aspirare le (oltre) 150mila api.

Cosa è successo

Momenti di panico nel corso delle operazioni di recupero e salvataggio degli imenotteri: diversi residenti e l’amministratore di un palazzo, a Passo Corese (frazione di Fara in Sabina), sono stati raggiunti da diverse punture. «Hanno colpito per ben 15 volte anche a me - specifica l’etologo - le api erano molto aggressive e si sono scagliate contro diverse persone nonostante le misure di sicurezza e la distanza adottate dagli altri abitanti».

L’allarme api è stato lanciato proprio dallo stesso gestore dello stabile, preoccupato per la presenza degli insetti che avevano trasformato - nel corso degli anni - la cortina del rivestimento della canna fumaria in un luogo ideale per la riproduzione.

 

I «favi - osserva Lunerti - erano lunghi 1 metro e 30, profondi 40 centimetri e nel corso dell’intervento sono stato costretto a tirarli fuori a pezzi. Alcune api sono purtroppo state neutralizzate mentre le altre (più di 100mila) salvate e condotte presso il Rifugio del Lupo. Il muratore dovrà poi tornare per ricostruire la parte del muro spaccata per il recupero degli insetti». Ma non è tutto: «Nei prossimi giorni - annuncia l’etologo - faremo ritorno all’interno del condominio per rimuovere un secondo nido di minore entità: alcuni imenotteri della stessa famiglia recuperata nella giornata di ieri avevano sciamato e si erano introdotti all’interno di un comignolo». La sfida, dunque, non è ancora terminata.

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