Un black out. Sarebbe questo ciò che è successo - secondo la difesa - nella mente di Alessandro Impagnatiello quando ha ucciso Giulia Tramontano, 29 anni e incinta al settimo mese, che voleva lasciarlo. O per lo meno un black out è quello che gli esperti nominati dai suoi legali vogliono far passare nella strategia difensiva del 30enne ex barman, affetto secondo la perizia di di un «disturbo ossessivo e paranoico», dovuto al suo «forte narcisismo».
Il vizio di mente e l'avvelenamento
Con gli esiti della consulenza, depositata alla Corte d'Assise di Milano, la difesa punta a chiedere una perizia psichiatrica per accertare un vizio di mente.
Le prossime tappe del processo
L'esame in aula di Impagnatiello, difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia, è stato già fissato per il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l'omicidio. Il 23 dello stesso mese saranno sentiti gli ultimi testi dell'accusa e il 10 giugno gli unici testi della difesa, ossia lo psichiatra Raniero Rossetti e la psicologa Silvana Branciforti, che hanno redatto la consulenza difensiva.