Cinque anni e dieci mesi per una "gestione scellerata" delle Naiadi, all'origine di un crac da sette milioni di euro che ha portato alla chiusura dello storico impianto sportivo, ancora oggi in attesa di rilancio. È la pena richiesta dal pm Andrea Papalia per il commercialista pescarese Vincenzo Serraiocco, considerato il protagonista della bancarotta fraudolenta della società Progetto Sport, che nel 2017 gestiva le piscine. Tre anni a testa, invece, sono stati chiesti per l'ex amministratore, Livio Di Bartolomeo, e per Paolo Colaneri, uno dei due soci: per l'altro, Daniele D'Orazio, è stata chiesta l'assoluzione. Serraiocco è responsabile nazionale dello Sport e commissario per la provincia di Pescara di Noi Moderati, partito per il quale è stato candidato alle ultime elezioni regionali. E proprio a causa del coinvolgimento in questo processo era stato inserito nell’elenco degli “impresentabili” secondo la Commissione parlamentare Antimafia alle elezioni regionali dello scorso 10 marzo proprio per il processo in corso.
Secondo l'accusa, Serraiocco avrebbe manovrato per avvantaggiarsi degli introiti importanti della società sportiva, che ogni anno incassava almeno un milione di euro. Società che poi, lo stesso commercialista, avrebbe rilevato per portarla al fallimento, nonostante i 750 mila euro di fondi stanziati dalla Regione. Di queste operazioni, ha precisato Papalia, sarebbe stato all'oscuro il commissario giudiziale. Per le difese, Serraiocco voleva solamente risanare la società, impegnata a farsi carico di tutte le spese relative ad un impianto obsoleto. Il tutto nel disinteresse della stessa Regione. Il processo proseguirà con le arringhe dei difensori, in vista della sentenza del tribunale di Pescara. Le Naiadi, nel frattempo affidate in gestione alla finanziaria regionale Fira, sono ancora impraticabili.