Ucraina «si ritira», Margelletti: «Pressione di Putin fortissima. Se cade Odessa, 15 milioni di migranti in Italia nel giro di un anno»

EMBED

Cosa sta succedendo in Ucraina? «Le truppe si stanno ritirando, la pressione delle truppe di Mosca è fortissima. Avendo meno risorse, gli ucraini sono costretti ad accorciare le proprie linee di rifornimento e protezione», così Andrea Margelletti, Presidente del Ce.S.I. (Centro Studi Internazionali). Qual è la situazione al fronte? «Drammatica, stiamo parlando di una sproporzione gigantesca di uomini e mezzi in favore dell’Armata Rossa». C'è il rischio che Kiev possa persino perdere la guerra? «Questo rischio c'è sempre stato. Ora più che mai per la semplice ragione che il numero delle armi che gli ucraini hanno a disposizione è infinitamente inferiore a quello che hanno i russi». Ma addirittura dobbiamo preoccuparci per un eventuale attacco a un Paese della Nato? «Dovremmo essere estremamente preoccupati. Conquistata l’Ucraina, Putin si dirigerebbe verso le repubbliche baltiche». Dobbiamo spaventarci anche che possano essere utilizzate delle armi nucleari? «Credo che l'impiego delle armi nucleari non sia ipotizzabile, anche se i russi continuano a parlarne. Certamente la leadership politica del Cremlino ha messo in conto anche l'eventuale impiego di queste armi terribili. Ma ricordiamoci che le armi nucleari le hanno anche gli occidentali. Speriamo che il concetto di deterrenza continui a tenere». Si stanno intensificando gli attacchi a Odessa. Cosa vuol dire e cosa può succedere? «Se conquisti Odessa hai il monopolio mondiale del mercato del grano. Puoi, ad esempio, bloccare l’invio del grano in Nordafrica e così potresti avere in Italia, nel giro di un anno e mezzo, un’immigrazione 15-20-30 milioni di persone. Se lì non hanno il grano, c’è la carestia. L’arma del grano è come l’arma dell’energia. La guerra è fatta di tante altre modalità e non solo quella dei bombardamenti».