Non sappiamo se l’accordo annunciato tra Hamas e Israele sulla liberazione degli ostaggi israeliani prigionieri dal 7 ottobre delle milizie palestinesi andrà a buon fine, ma colpisce la sperequazione prevista dalle trattative in corso. Stando alle indiscrezioni trapelate sulla stampa saudita, nella prima fase dell’accordo, per sei settimane dovrebbero venire rilasciati tre civili al giorno (donne, bambini, ragazzi minori di 19 anni, adulti malati o feriti). In cambio della liberazione di ogni ostaggio israeliano, detenuto a Gaza nelle mani di Hamas, dovrebbero essere liberati 20 palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane, con pene detentive inferiori ai dieci anni. Dunque un ostaggio israeliano per venti prigionieri palestinesi. La proporzione verrebbe a raddoppiare nel caso del rilascio di soldati donna israeliani. Per la liberazione di ciascuna delle soldatesse di Tsahal, ostaggio a Gaza di Hamas, sarebbero rilasciati ben 40 palestinesi prigionieri nelle carceri israeliani, di cui 20 con condanne inferiori ai dieci anni e 20 con condanne superiori ai dieci anni di carcere. Dunque le donne soldato israeliane ostaggio di Hamas valgono il doppio rispetto ai civili che si trovano nella stessa condizione. È la cinica microfisica della guerra in corso, guerra asimmetrica, non dichiarata, tra entità ontologicamente diverse, dove le milizie palestinesi del terrore minacciano l’esistenza stessa di uno stato democratico, l’unico in Medio Oriente. Israele è uno dei pochi Paesi al mondo in cui la leva militare è obbligatoria per tutti i cittadini, uomini e donne, anche se per le donne è limitata alla sola etnia ebrea e dura soli 24 mesi, invece di 32.
LA COSCRIZIONE
Prima ancora della creazione dello Stato, sin dai tempi del mandato britannico, le donne ebbero un ruolo di primo piano, integrate nelle forze paramilitari dell’Haganah, la milizia clandestina ebraica, prima di diventare parte integrante dell’Idf nel 1948, con la leva militare obbligatoria decretata da Ben Gurion per tutte le donne senza figlie nate tra il 1920 e il 1930.